ITALIAN SPORT CONCUSSION NETWORK
”Il Gruppo di lavoro Italian Sport Concussion Network ha lo specifico compito di promuovere la ricerca, l'innovazione, la divulgazione e la collaborazione in tutta Italia per rispondere alla sfida della commozione cerebrale o concussion nello sport”
01 SCOPO
Le Linee Guida per la Prevenzione, Diagnosi e Riabilitazione del Trauma Cranico – Concussion nello Sport è stato redatto da un Board Scientifico di esperti a seguito della Conferenza Internazionale “Il Trauma Cranico nello Sport” organizzata dal Centro Universitario Internazionale1 in data 29 Gennaio 2022 con il patrocinio del CONI, Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Verona, Associazione Italiana Calciatori, alla luce delle recenti evidenze scientifiche e International Consensus Conference on Concussion in Sport di Berlino (2017) e Amsterdam (2022).
02 LINEE GUIDA
Le Linee guida sono state sviluppata attraverso i risultati di una ricerca sistematica delle evidenze scientifiche. Il lavoro di revisione, consultazione e stesura ha avuto durata 2 anni (da Giugno 2021 a Giugno 2023). I documenti principalmente revisionati sono stati i risultati delle ricerche scientifiche relative alla commozione cerebrale nello sport dei recenti 10 anni e analisi delle procedure sanitarie indicate nella 6° Consensus Conference tenutasi ad Amsterdam il 27-30 ottobre 2022.
03 BOARD
Il Board Scientifico di esperti italiani che ha contribuito alla redazione delle seguenti Linee Guida, denominato “Italian Sport Concussion Network”, ha lo specifico compito promuovere la ricerca, innovazione, divulgazione e collaborazione in tutta Italia per rispondere alla sfida della commozione cerebrale nello sport:
Prof. Giuseppe Sartori, Università di Padova/CUI
Prof. Aiace Rusciano, CUI
Prof. Domenico De Leo, Università di Verona
Prof. Francesca B. Pizzini, Università di Verona
Prof. Matteo Signorini, GDVR Veneto
Dr.ssa Valentina Re, Istituto Auxologico Italiano
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE, DIAGNOSI E RIABILITAZIONE DEL TRAUMA CRANICO NELLO SPORT – SPORT CONCUSSION
Le Linee Guida affrontano 6 aree principali inerenti una corretta prevenzione, diagnosi e riabilitazione
del trauma cranico – concussion dello sportivo:
1. Prevenzione: Screening cognitivo prestagionale e formazione del personale
2. Riconoscimento e utilizzo dello screening cognitivo del trauma cranico
3. Valutazione medica
4. Riabilitazione multidisciplinare della commozione cerebrale dello sportivo
5. Ritorno allo sport
6. Elementi di Responsabilità giuridica nei casi di trauma cranico sportivo
Per ciascuna area vengono fornite raccomandazioni inerenti a:
Chi sono le persone che svolgono il ruolo chiave nell'attuazione di quel processo
Quali sono gli strumenti, documenti e modalità operative che le persone possono utilizzare
per implementare le raccomandazioni in questo campo.
IL PROCESSO DI STESURA DELLE LINEE GUIDA
Il processo di stesura del documento ha compreso:
• Redazione, feedback e revisione di domande di revisione sistematica da parte del Board Scientifico di esperti
• Revisioni sistematiche
• Presentazione e revisione di abstract scientifici per integrare le revisioni sistematiche
• Riunione di consenso con: conferenze private e plenarie pubbliche per affrontare le domande del documento;
• Riunioni del gruppo di esperti e, aggiornamento delle indagini strumenti specifiche per lo sport
• Presenza alla Conferenza internazionale di consenso sulla commozione cerebrale nello sport (27/28 ottobre 2022 Amsterdam)
• Selezione delle aree di raccomandazione secondo le evidenze scientifiche
Durante il processo di sviluppo delle linee guida è stato consultato un ampio gruppo di parti interessate per garantire che le opinioni degli utenti finali siano state prese in considerazione. I seguenti settori e professioni hanno incluso:
• Professionisti sanitari nei settori della Neurochirurgia, Neuroradiologia, Neurologia, Pediatria, Medicina dello Sport, Medicina Legale,
Fisioterapia, Psicologia, Neuropsicologia.
• Sportivi di varie discipline riconosciute dal CONI di livello dilettantistico, giovanile, professionistico
• Ricercatori universitari in ambito salute e prevenzione degli infortuni sportivi
• Dirigenti e operatori di Federazioni Sportive Nazionali
• Personale tecnico sportivo: allenatori, preparatori atletici, dirigenti
• Genitori di atleti
• Rappresentanti del Governo
• Rappresentanti e operatori della Scuola e Formazione scolastica
• Rappresentanti di Società Scientifiche.
I dati raccolti e feedback ricevuti hanno permesso, la stesura in Italia delle presenti Linee Guida garantendo elevati standard scientifici sulle procedure di commozione cerebrale nello sport.
A CHI SONO RIVOLTE LE LINEE GUIDA
Le Linee Guida sono dirette a tutte le componenti che ruotano attorno alla persona-atleta di qualsiasi età e livello che svolgono attività sportiva e dunque a rischio di commozione cerebrale:
- Famiglie degli atleti e atleti
- Istituzioni: Associazioni, Società scientifiche, Federazioni sportive, Scuole, Enti di Ricerca
- Personale sanitario: medici, fisioterapisti, psicologi, radiologi
- Personale tecnico: allenatori, preparatori atletici, dirigenti, insegnanti, formatori.
I principi cardine che regolano la gestione e protocolli qui descritti dovrebbero essere applicati a tutti gli atleti di ogni età e livello (bambini, adolescenti, adulti dilettanti e professionisti) i quali sono a rischio di subire una sospetta commozione cerebrale nell'attività sportiva, esiti cognitivi di traumi da secondo impatto e devono riprendere l'attività sportiva, scolastica o lavorativa senza rischi per la salute e nel pieno delle capacità neuro-psico-cognitive, motorie ed emotive.
Queste linee guida, dunque, sono dirette all’uso di tutte le parti interessate che interagiscono con gli atleti all'interno e al di fuori del contesto dell'attività sportiva.
LA LEGGE “ZACKERY LYSTED” E LA SITUAZIONE IN ITALIA
Nel 2009 la legislatura negli Usa ed in particolare lo Stato di Washington ha approvato la legge “Zackery Lystedt”, che obbliga a politiche per la gestione della commozione cerebrale e delle lesioni alla testa negli sport giovanili.
La commozione cerebrale, che rappresenta i sintomi immediati e transitori della lesione cerebrale traumatica (TBI) post infortunio, è una forma di lieve trauma cranico causata da un colpo diretto alla testa, al viso, al collo o da un colpo in altre parti del corpo con una forza impulsiva trasmessa alla testa.
Circa 4000 commozioni cerebrali sono sostenute ogni giorno da bambini statunitensi di età ≤18 anni [Marsh et al. 2013; Gibson et al. 2015]. Per affrontare la crescente preoccupazione per la commozione cerebrale tra i giovani, nel 2009, lo Stato di Washington ha promulgato la legge Zackery Lystedt, il primo intervento legale a livello statale volto a mitigare le potenziali conseguenze negative sulla salute della commozione cerebrale (Gibson et al, 2015).
Entro il 2014, tutti i 50 stati degli Stati Uniti e il Distretto di Columbia hanno promulgato leggi simili a livello statale. La maggior parte delle leggi sulla commozione cerebrale include i seguenti tre principi fondamentali:
(1) educazione alla commozione cerebrale per allenatori, genitori e / o atleti;
(2) rimozione immediata di un atleta dal gioco quando si sospetta una commozione cerebrale;
(3) autorizzazione scritta da parte di un professionista della salute prima che un atleta possa tornare a giocare.
Diversi studi recenti hanno valutato l'impatto di queste leggi sui tassi di commozione cerebrale e incontri medici correlati alla commozione cerebrale. Questi includono studi che hanno valutato le statistiche pre e post-legge nei tassi di commozione cerebrale utilizzando i dati raccolti da un campione rappresentativo nazionale di atleti delle scuole superiori (Yang et al.2017) o che hanno analizzato le visite al pronto soccorso correlate alla commozione cerebrale sulla base di cartelle cliniche.
I risultati di recenti ricerche sugli effetti della legge Zackery Lystedt negli Usa hanno rivelato un significativo aumento dei tassi mensili di controlli medici correlati alla commozione cerebrale nello sport rispetto alla commozione cerebrale osservate nel periodo pre-legge.
I dati suggeriscono che sono necessarie ulteriori strategie preventive (ad esempio, modifiche alle regole, riduzione del contatto da giocatore a giocatore nelle sessioni di allenamento) volte a mitigare il rischio di commozione cerebrale tra i giovani atleti. I risultati suggeriscono che è da considerarsi efficace l’effetto delle leggi sulla commozione cerebrale nello sport (Huang et al.2020).
In Italia non esiste una legge, i dati raccolti sono ancora pochi e l’applicazione dei protocolli scientificamente validati di gestione per le sport concussion sembra essere ancora non applicata (Broglio et al.2010).
Ad esempio recenti ricerche evidenziano che gli atleti italiani di calcio di età media 16 anni, sembrano riportare commozioni cerebrali a un tasso simile ai giocatori di football americano, con la differenza che il tasso di infortuni relativi al trauma cranico non segnalati sono più elevati (circa il 60% dei casi sembra non venga segnalato) esponendo gli atleti a rischi per la salute cerebrale e complicanze ulteriori come i traumi da secondo impatto.
La maggior parte di questi atleti erano consapevoli di aver subito commozione cerebrale, ma non ritenevano che l'infortunio fosse abbastanza grave da riferire (Broglio et al, 2010). Si ritiene dunque che una parte significativa delle lesioni concussive che si verificano durante le attività sportive non vengano segnalate.
In effetti, i risultati di questa indagine di una coorte atletica che partecipa al calcio italiano indicano che oltre il 60% delle commozioni cerebrali rimane non segnalato e quindi non trattato (Broglio et al. 2010). Nell’esercizio di attività sportiva, le società sportive sono tenute a tutelare la salute degli atleti sia attraverso la prevenzione degli eventi pregiudizievoli della loro integrità psico-fisica, sia attraverso la cura degli infortuni e delle malattie, potendo essere chiamate a rispondere in base all’art. 2049 c.c. dell’operato dei propri medici sportivi e del personale.
L’esercizio di un’attività dilettantistica non affievolisce la responsabilità della associazione sportiva; pertanto il grado della diligenza esigibile in capo alla struttura è rafforzata dalla normativa e dalla minore età degli associati che praticano l’attività sportiva (Tribunale Latina sez. II, 05/11/2019, n.2644).
INQUADRAMENTO DEL TRAUMA CRANICO NELLO SPORT /SPORT CONCUSSION
CONCUSSION PROTOCOL:
DIAGNOSI e MODALITÀ OPERATIVE
SINTESI
- Le presenti Linee Guida Italiane sono dirette a tecnici, atleti, famiglie, personale sanitario, dirigenti e Club sportivi di ogni livello e regolano le pratiche cliniche, modalità operative e rischi legali ai fini di tutela della salute neurocognitiva di atleti di ogni età in caso di sospetto trauma cranico o sport concussion.
- Le Linee Guida italiane si basano su una revisione della letteratura scientifica e sulla Dichiarazione di Consenso Internazionale Amsterdam 2022 e relativi documenti su La commozione cerebrale nello sport pubblicati.
- Sono riportate nelle Linee Guida le strategie specifiche raccomandate in caso di commozione cerebrale dello sportivo, gli interventi di prevenzione per le politiche di gestione, interventi di diagnostica e riabilitazione multidisciplinare per ridurre i tassi di commozione cerebrale ed i rischi correlati.
- Gli strumenti CRT6, SCAT6 e Child SCAT6 per la valutazione della commozione cerebrale acuta correlata allo sport vanno utilizzati nelle prime 72 ore (e fino a 1 settimana) dopo l'infortunio. Lo SCOAT6 e Child SCOAT6, sono stati progettati nella valutazione da 72 ore dopo l'infortunio e per valutazioni seriali
- nelle settimane successive.
- I risultati dei test neurocognitivi computerizzati, esami neuropsicologico o esami neuroradiologici dovrebbero essere interpretati nel contesto di risultati clinici più ampi e non devono essere utilizzati isolatamente per informare la direzione o decisioni diagnostiche.
- Neuroimaging avanzato, biomarcatori a base di fluidi, test genetici e le tecnologie emergenti sono ricerche preziose di strumenti per lo studio della commozione cerebrale ma non ancora adatti alla routine della pratica clinica
- Le strategie “Return to Play-Ritorno allo sport” sono state aggiornate in base all'evoluzione delle evidenze che dimostrano i benefici dell’attività fisica e trattamento aerobico come interventi precoci.
- La riabilitazione cervico-vestibuare è indicata per gli atleti con dolore al collo, mal di testa, vertigini e / o problemi di equilibrio.
- Individui con sintomi persistenti (cioè, durata dei sintomi >4 settimane) deve essere valutato con una valutazione diagnostica-clinica multimodale
- I potenziali rischi a lungo termine della commozione cerebrale sport-relata e degli impatti della testa ripetitiva sono aree di interesse per la salute pubblica e sembrano riportare un quadro preoccupante in termini di sottostima.
- Il Gruppo di Lavoro Italiano è attivo nel produrre dati e ricerca per riportare evidenze in questo settore.
- Gli sport di contatto o di collisione sono maggiormente a rischio.
- Le commozioni cerebrali nello sport dovrebbero essere considerate tra le cause di infortunio, con specifici esiti clinici, etici e psicosociali.
- La valutazione clinica multidisciplinare è spesso necessaria per diagnosticare e riabilitare il paziente
- Esistono evidenze limitate sulla commozione cerebrale in pazienti di età compresa tra 5 e 12 anni.
- La diagnosi e la gestione della commozione cerebrale negli atleti paralimpici presenta dati limitati, che richiedono ulteriori ricerche e raccomandazioni cliniche dedicate
- La ricerca futura e processi di consenso per la commozione cerebrale nello sport dovrebbe continuare ad evolversi con un approccio interdisciplinare.
- L’esercizio di un’attività dilettantistica non affievolisce la responsabilità della associazione sportiva; pertanto il grado della diligenza esigibile in capo alla struttura è rafforzata dalla normativa e dalla minore età degli associati che praticano l’attività sportiva (vedi Tribunale Latina sez. II, 05/11/2019, n.2644).
- Nell’esercizio di attività sportiva a livello professionistico, le società sportive sono tenute a tutelare la salute degli atleti sia attraverso la prevenzione degli eventi pregiudizievoli della loro integrità psico-fisica, sia attraverso la cura degli infortuni e delle malattie, quale obiettivo primario non condizionabile da alcun altro interesse (economico o per risultati sportivi attesi).
Coordinamento Scientifico Italian Sport Concussion Network:
Prof. A. Rusciano